martedì 22 maggio 2012

Una MAPPA in porcellana


Srotolare una mappa sul tavolo è un gesto dal sapore antico, che richiama alla mente quattrocentesche avventure di conquista per terra o per mare, segno tangibile di un sapere che diventa potere.
L'origine della parola mappa va ricercata nella Roma antica, dove stava ad indicare un panno di lino utilizzato come tovagliolo nelle tavole patrizie, e breve fu il passo che nel rituale liturgico cristiano la portò a designare il telo che ricopre l'altare. Nel tardo Impero mappa diventò l'editto pubblico scritto su tela, indice di ufficialità ed immutabilità, tanto che il termine fu preso a prestito dagli  agronomi  del tempo per indicare ogni rappresentazione grafica di un terreno, eseguita anch'essa su tessuto. Da qui l'uso moderno del termine.
Il legame tra tavolo-telo-mappa ha dunque radici lontane, e ci porta in eredità un'interessante commistione tra potere e quotidianità, tra conoscenza e materia, tra segno e terreno.

Rispondendo al richiamo di questa eredità, Doriana Cei ha creato un'opera unica che non ha precedenti né eguali, ma che racchiude in sé tutti questi elementi.

In VEDUTE VENETE si ritrova la familiarità del tavolo a cui si pranza, unito alla concreta presenza del piatto quotidiano. Un piatto che però è fatto di materia preziosa - la porcellana, ‘oro bianco’ - , che richiama l'agio e la signorilità di chi in epoche antiche dominava su terre e mari.

Il vero scarto di originalità compiuto da Doriana Cei tuttavia sta tutto nella scelta dei soggetti ritratti. VEDUTE VENETE è la mappa delle ricchezze del territorio, note o meno note, che spazia dalle ville ai mulini, dalle abbazie alle piazze di mercato, dai castelli ai fiumi. Più di 170 luoghi ritratti in dettaglio, chilometri di segno grafico che guidano lo sguardo a rivalutare la geografia nel prodigio dell'arte. Come ogni mappa, è un dono utile perché ci dice dove siamo e dove possiamo andare.

VEDUTE VENETE però è anche una mappa preziosa, non tanto o non solo perché fatta di pezzi unici, piuttosto perché - a differenza di altre mappe - nel momento in cui ci rivela la bellezza del luogo in cui stiamo, ci ricorda da dove veniamo.


Lisa Mattiussi


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